[:it]Il numero di Aprile 2018 della rivista “Mondo Digitale” (AICA) ospita gli atti del Convegno “Giocare a pensare” che si è svolto nel giorno 20 Maggio 2018 presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Ecco l’indice:
Metodi e tecnologie per l’uso educativo e didattico dei robot
Edoardo Datteri, Luisa Zecca (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
L’espressione “robotica educativa” indica l’utilizzo di robot come strumenti mediatori dell’apprendimento in contesti scolastici o extra-scolastici. Le attività generalmente proposte agli studenti comportano la realizzazione e la sperimentazione di programmi che permettono al robot di reagire in modi desiderati agli stimoli sensoriali, nonché, in alcuni casi, la costruzione fisica del robot stesso. Queste attività si basano sull’assunzione secondo cui la costruzione e la programmazione robotica, sotto certe condizioni, possano “allenare” capacità visuo-spaziali, ragionamento e creatività nelle loro molteplici dimensioni legate all’osservazione, previsione, scoperta e spiegazione dei fenomeni e all’identificazione ed esecuzione di strategie per risolvere problemi di vario genere. Molti insegnanti ritengono inoltre che la costruzione e la programmazione robotica possano facilitare lo sviluppo di capacità e competenze di natura disciplinare, soprattutto legate all’area scientifica, matematica e tecnologica. Sono convinzioni davvero fondate? Questa domanda viene affrontata, da vari punti di vista, negli articoli raccolti in questo numero speciale, che articolano alcuni contributi presentati al Convegno nazionale dal titolo “Giocare a pensare. Metodi e tecnologie per l’uso educativo e didattico dei robot” organizzato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca (20 Maggio 2017).
Robot attorno a noi: dove sono, cosa fanno, cosa faranno?
Andrea Bonarini (Politecnico di Milano)
Stiamo assistendo all’invasione silenziosa dei robot nella vita di tutti i giorni. Dall’originale impiego in fabbrica, i robot vedono ormai una crescita esponenziale al di fuori dell’ambito della produzione industriale. È importante quindi capire come fa un robot autonomo a svolgere il proprio compito, quali sono le possibilità reali di applicazione in questo momento, e quali potranno essere in un prossimo futuro. Presentiamo una rapida rassegna dello stato della robotica ad oggi, e degli sviluppi in un futuro prossimo. Infine, mostriamo alcune implicazioni sociali ed etiche che stanno emergendo di conseguenza.
Il progetto eCraft2Learn: Fabbricazione Digitale e Movimento dei Maker in ambito educativo
Francesca Agatolio, Emanuele Menegatti, Michele Moro (Università di Padova)
eCraft2Learn è un progetto europeo H2020 di due anni nato per promuovere l’interesse degli studenti di 13-17 anni verso le materie STEAM attraverso l’uso di tecnologie a basso costo, componenti elettroniche DIY e stampanti 3D. L’obiettivo principale del progetto è la progettazione, la creazione e la validazione di un ecosistema che integri queste tecnologie al fine di supportare la costruzione di artefatti digitali all’interno di una cornice metodologica basata sulla prospettiva costruzionista e ispirata al movimento dei maker. L’articolo contiene una descrizione delle premesse iniziali, del modello pedagogico adottato e alcuni dettagli riguardanti l’architettura dell’ecosistema.
Laboratori di robotica ed educazione tecnologica contestualizzata
Paola Mengoli, Margherita Russo (Università di Modena e Reggio Emilia)
Il saggio descrive i laboratori di robotica di Officina Emilia, realizzati tra il 2009 e il 2013 come ricerca-azione a sostegno del sistema di istruzione, di fronte alle sfide della nuova manifattura di industria 4.0. Vengono presentati metodi e risultati della valutazione delle attività e si conclude con una riflessione sulle modalità di coinvolgimento degli studenti, dei loro docenti e delle scuole, con l’obiettivo di creare contemporaneamente apprendimenti significativi, esperienze di formazio-ne in servizio per i docenti, innovazione delle pratiche didattiche.
L’uso ludico-didattico dei robot in pediatria. Una ricerca esplorativa sul benessere dei bambini ricoverati
Marco Castiglioni, Giulia Zappa, Alessandro Pepe (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Scopo dello studio è valutare, mediante un piano d’indagine a matrice quali-quantitativa, l’impatto di un intervento ludico-didattico effettuato con il robot CoderBot presso un reparto di pediatria per degenze brevi. I risultati della ricerca, tuttora in corso, supportano l’idea che l’attività con il robot sortisca effetti positivi sul benessere emotivo dei partecipanti. Si rileva un effetto significativo dell’età sui punteggi rilevati prima e dopo l’attività: l’intervento appare «ottimale» per la fascia 4-10 anni. Dai dati qualitativi si evince che l’attività robotica ha come punti di forza novità e appeal tecnologico.
Introduzione della robotica in attività di problem solving nella scuola primaria. Analisi dei livelli di focalizzazione sugli scopi del problema
Andrea Garavaglia, Livia Petti, Emiliana Murgia, Francesca Bassi, Samantha Lisa Maranesi (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
L’obiettivo della ricerca è quello di analizzare il primo utilizzo della robotica nella scuola primaria nell’ottica di individuare i livelli di focalizzazione sul problema principale proposto didatticamente rispetto alla necessità di dominare la complessità del sistema composto dalla novità di elementi tecnologici complessi quali i robot e la sua programmazione. A livello metodologico sono state previste l’osservazione delle attività, la somministrazione di prove di comprensione del problema e le interviste a un campione di bambini per individuare i livelli di attenzione sul problema principale.
I bambini e la robo-etologia: riflessioni epistemologiche sugli stili di spiegazione del comportamento dei robot
Giovanna Di Maio, Emiliana Murgia, Edoardo Datteri (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Le attività didattiche basate sull’uso di robot come mediatori dell’apprendimento coinvolgono spesso momenti di osservazione e spiegazione del comportamento del robot stesso. Quali sono i principali stili di spiegazione adottati da bambini di Scuola Primaria in questi contesti? In questo articolo si cercherà di affrontare questa domanda elaborando, anzitutto, una tassonomia di stili di spiegazione radicata nella letteratura epistemologica e distinta in alcuni sensi interessanti da altre tassonomie proposte nella letteratura sull’interazione bambino-robot. La tassonomia verrà poi esemplificata e messa alla prova nella codifica di un’esperienza in cui è stato chiesto a bambini di una classe prima di Scuola Primaria di descrivere e spiegare il comportamento di un robot pre-programmato.
Robotica e incremento di abilità visuo-spaziali in bambini con disabilità motoria nella scuola dell’infanzia
Valentina Pennazio (Università di Macerata)
Il contributo presenta gli esiti di sessioni sperimentali realizzate in alcune scuole dell’Infanzia della Liguria che hanno previsto l’impiego della robotica in attività didattiche di piccolo gruppo per ridurre le difficoltà visuo-spaziali tipiche dei bambini con grave disabilità motoria (conseguenti a forme severe di Paralisi Cerebrale Infantile) favorendone l’inclusione. Gli esiti delle sessioni sperimentali hanno dimostrato che un robot telecomandato mediante sensori, agendo come una sorta di prolungamento del corpo, può consentire ad un bambino con grave disabilità motoria di sviluppare una maggiore conoscenza dello spazio e abilità visuo-spaziali utili in vista di una successiva autonomia di movimento.
CoderBot: un robot didattico open source
Roberto Previtera (ICT project manager)
L’articolo descrive il progetto di ricerca che ha portato alla realizzazione e impiego di un robot didattico che potesse ovviare ai principali limiti dei prodotti esistenti, in particolare in termini di facilità di programmazione e flessibilità di utilizzo, e consentire attività didattiche nuove e stimolanti nel contesto di un progetto di sviluppo “open source” ovvero liberamente utilizzabile ed estendibile dalla comunità di utilizzatori: università, scuole, educatori. Il robot è stato impiegato in diverse sessioni didattiche con alunni della Scuola Primaria; si è nel tempo evoluto rispetto al progetto iniziale in modo da soddisfare i requisiti dei progetti didattici definiti da pedagogisti e insegnanti.[:]