Sei seduto/a, al buio, sul divano di casa tua. In televisione danno The Ring, un classico. In casa non c’è nessun altro. Decidi di goderti il film. Passano le ore, il film finisce. Per quanto sei consapevole che non ci sia nessun altro in casa, ti guardi intorno, con la sensazione di non essere solo/a. Senti una presenza, anche se non la vedi, la percepisci.
Hai presente questa sensazione? Viene denominata FoP (feeling of a presence) e ancora non è ben chiaro come il fenomeno venga innescato dal cervello.
Un gruppo di ricerca, guidato da Olaf Blanke in Svizzera, ha cercato di indagare sulle cause di queste sensazioni. Per farlo ha raccolto dei dati su un gruppo di pazienti neurologici affetti da FoP e preparato un esperimento da paura!
Nei malati, hanno chiarito, questa manifestazione è legata a delle lesioni del cervello. Ma in pazienti sani come funziona?
Per capirlo i ricercatori hanno progettato due robot: uno principale, che poteva essere mosso dal partecipante all’esperimento, e uno secondario, legato al principale, che ne copiava i movimenti. Questo è servito per indurre sperimentalmente la FoP e le relative percezioni illusorie. I partecipanti, quindi, in piedi e con gli occhi bendati,erano liberi di muovere le braccia, collegate al robot principale tramite l’indice della mano destra.
Il movimento del robot principale, posto davanti alla persona, generava a sua volta il movimento del secondo robot, messo alle sue spalle, creato per simulare la sensazione di una mano che la toccasse. Questi tocchi potevano avvenire sia in maniera sincrona (quindi i due robot si muovevano in contemporanea) sia in maniera asincrona, con il momento del robot secondario che iniziava 500ms secondi dopo rispetto al robot principale.
Durante la stimolazione sincrona i partecipanti hanno raccontato di avvertire la sensazione di toccarsi da sé. Porgere il braccio teso in avanti mentre un segnale tattile viene applicato alla schiena, infatti, ha dato loro l’illusione di toccarsi la schiena con il proprio dito. Durante la stimolazione asincrona, invece, i partecipanti hanno affermato di aver avvertito una presenza nella stanza e che fosse quella presenza a toccarli.
La distanza temporale tra il movimento dei due robot ha generato una discrepanza spazio-temporale, che il cervello dei partecipanti ha risolto tramite l’esperienza illusoria di un tocco causato non da loro stessi ma da una persona dietro di loro.
I dati robotici corroborano e applicano le scoperte neurologiche ai soggetti sani e mostrano che utilizzare stimolazioni corporee ben controllate è sufficiente per indurre la FoP.
In pazienti neurologici gli studi suggeriscono che probabilmente certe sensazioni nascano perché essi non percepiscono suoni e movimenti auto-generati come tali, bensì come generati da agenti esterni.
Grazie al robot e ai risultati è possibile quindi capire i processi meccanicistici e funzionali che generano allucinazioni e presenze. Inoltre permettono di ampliare le conoscenze mediche.
Quello raccontato è solo uno dei molti esempi di ricerche che implicano l’interazione tra robot e altri esseri viventi. Questa rubrica nasce per raccontarveli.
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